FRANCESCO DI BELLO:
«L’ESPERIENZA AL POTERE »
E’ sicuramente uno dei Direttori Sportivi più apprezzati e conosciuti del mondo calcistico dilettantistico: stiamo parlando di Francesco Di Bello, dalla stagione 2016/2017 al Football Club Parabiago e si appresta ad iniziare, anche se “dietro le quinte” è già al lavoro da mesi, il suo terzo anno a Parabiago.
Quest’anno è stato il regista della costruzione della favolosa Prima Squadra del Parabiago che è arrivata seconda nel girone e che ora attende una “chiamata” dal Comitato Regionale della Lombardia per l’eventuale e sperato ripescaggio in Prima Categoria …
Tuttavia, è indiscutibile il bel gioco espresso sul campo della Prima Squadra, grazie al lavoro di “costruzione tassello per tassello” del DS Francesco Di Bello.
Comunque, il buon operato di questa stagione (che è stato anche frutto della “semina” della stagione precedente), non si è fermata solo alla Prima Squadra, con la Juniores, dopo un inizio di campionato un po’ ”travagliato”, ma concluso in netta crescita e molto dignitosamente, è riuscita a vincere il prestigioso Arluno Challenge Cup 2018 e nella prima partita del famosissimo torneo InterCIL, dedicato solo alla Juniores, la squadra per oltre un’ora è stata letteralmente padrona del campo contro la squadra campione distrettuale…
Ma il lavoro di Francesco di Bello, non si è fermato solo nelle costruzione e gestione delle due squadre “più grandi” del Parabiago, è stato anche il promotore (portando uno dei 9 gironi di qualificazioni a Parabiago) e inserito, con merito, nell’eccelso comitato organizzatore del più prestigioso torneo per la categoria Juniores: il Torneo InterCIL- Memorial Bettinelli.
Già tutto questo, potrebbe far capire lo spessore e le grandi capacità del Direttore Sportivo Francesco Di Bello, ma ci sono altre sue grandi “operazioni” quest’anno per rendere la società Football Club Parabiago importante per la Delegazione di Legnano: ha portato a giocare al “Libero Ferrario” la semifinale di play-off Juniores Regionale A e una partita amichevole della Rappresentativa Provinciale Giovanissimi, senza poi parlare la sua collaborazione fattiva nell’organizzazione della Festa della nostra Mascotte…
(Francesco Di Bello, a sinistra, con il sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi)
Una stagione piena di soddisfazioni per il Football Club Parabiago, grazie al grandissimo lavoro del nostro Direttore Sportivo Francesco Di Bello: una figura importante e fondamentale nell’organigramma della società.
Francesco Di Bello ha un curriculum rilevante: prima giocatore, poi allenatore, tanti anni alla milanese Sempione Half e anche all’Aldini. Per poi passare a fare il Direttore Sportivo: iniziando a Passirana, poi Barbaiana, Pero, Bollate e Rhodense e, per finire, dalla stagione 2016/2017 al Parabiago.
Francesco Di Bello è un Direttore Sportivo specializzato, soprattutto, nelle categorie “dei più grandi”, ovvero Juniores e Prima Squadra.
Qui a Parabiago, però, da quando è arrivato, si è occupato anche delle costruzione delle squadre agonistiche.
Francesco, di solito ti occupi di Juniores e Prima Squadra, come è stata l’esperienza nel settore Agonistico?
Lo scorso anno eravamo talmente pochi che ho dovuto occuparmi anche di costruire una squadra di Allievi e di Giovanissimi, grazie anche la collaborazione degli allenatori e di Alberto Longoni (Direttore Sportivo dell’Attività di Base).
Quest’anno la società si è strutturata, prendendo un Direttore Sportivo per le squadre agonistiche e anche un Direttore Tecnico, sempre per le squadre agonistiche, ovvero Giovanissimi e Allievi (i nomi dei due nuovi arrivi, verranno svelati dal nostro sito con l’inizio della nuova stagione agonistica, ovvero il 2 Luglio NdR).
Io tornerò ad occuparmi a tempo pieno del settore dove ho più esperienza: della Prima Squadra e Juniores, ma questo nulla toglie che collaborerò con gli altri Direttori Sportivi, soprattutto con gli Allievi che sono quelli che l’anno successivo saranno pronti per la Juniores.
A me piace conoscere tutti i giocatori, dal più piccolo al più grande, dedico molto tempo a questa cosa, perché è giusto conoscere e sapere quali giocatori la società ha tesserato.
Secondo la mia personale visione, uno nella mia posizione deve poter conoscere gli Allievi, i Giovanissimi che cosa c’è prima della Juniores… Seguo con interesse la crescita di questi ragazzi…
Io comunque, data la mia esperienza nel settore, sono a disposizione per dare “una mano” agli altri componenti dello Staff Tecnico, dunque rimango sempre un riferimento per la società e per le persone che vengono qui a giocare.
Quale è il segreto dell’ottima stagione della Prima Squadra?
Segreti particolari non ce ne sono: bisogna lavorare e fare le cose seriamente e questo è il segreto di tutto.
Quando sono arrivato, nel 2016/2017, ho trovato una situazione particolare con una squadra che era retrocessa dalla Prima Categoria e con giocatori che facevano fatica a scendere in Seconda Categoria.
A quel punto ho inserito un po’ di ragazzi che conoscevo, un gruppo di ragazzi che mi hanno seguito in tutte le mie avventure e da lì è cominciata la ricostruzione.
Dunque, “segreti particolari” non ce ne sono… A me piace fare il DS stando sul campo, verificando tutte le sere e tutti i giorni gli allenamenti e gli allenatori e tutto ciò che ruota intorno.
Io vivo la squadra, vivo la società, vivo lo spogliatoio come i giocatori!
(Di Bello con “bomber” Gianmaria Sacchi)
Giovani in Prima Squadra: in rosa notiamo che ci sono molti e giovani, dove in Seconda Categoria, nella stagione appena passata, le norme prevedono in campo un 95 e un 96…
Si, ci sono in rosa giovani di buona prospettiva.
La mia idea è di non vedere la “carta d’identità” anche se la federazione mi obbliga a mettere i 95 e 96.
Se un 99 è bravo, se un 2000 è bravo, ormai hanno già 18 anni, per cui in queste categorie qui se uno è bravo, ha voglia e volontà ed è serio, secondo me, va premiato assolutamente: non è l’età che ha a che fare con il campo oppure con i meriti.
I meriti si fanno con capacità ma, soprattutto, con serietà, con voglia di allenarsi, con voglia di far bene, con voglia di fare gruppo, con voglia di inserirsi in mezzo ai “vecchi” e, soprattutto, essere intelligenti a carpire i segreti di quelli più grandi ed esperti… Ho notato che i ragazzi che si sono allenati con noi hanno queste caratteristiche, per cui la cosa mi fa notevolmente piacere…
Abbiamo notato che la Juniores e la Prima Squadra hanno lo stesso modulo di gioco iniziale: è una cosa voluta o del tutto casuale?
No, non è frutto della casualità: sia Mister Rocco Crippa (allenatore della Prima Squadra), sia Mister Andrea Tunesi (allenatore della Juniores), si parlano costantemente ed è giusto che i ragazzi che giocano nella Juniores abbiano le caratteristiche per poter giocare alla stessa maniera della Prima Squadra.
Secondo me, è una cosa giusta e intelligente, perché se prendo un ragazzo che gioca nella Juniores, in qualsiasi posizione, per farlo giocare in Prima Squadra, so che quel giocatore è abituato a giocare in determinate condizioni, in un determinato modo senza alcun problema.
Come ho detto prima, è tutto studiato e io sono la persona che gestisce il tutto.
Comunque, c’è una bella collaborazione sia con Tunesi che con Crippa, anzi, dirò di più, sono veramente contento sia di uno che dell’altro. Per cui non c’è bisogno di star lì a discutere, sono persone intelligenti che capiscono bene, per il bene del Parabiago, come bisogna comportarsi, che cosa bisogna fare, ma, soprattutto, per il bene dei ragazzi che abbiamo a disposizione.
Perché un ragazzo deve scegliere per giocare a calcio Parabiago? Parliamo di Juniores, ma anche delle categorie Giovanissimi e Allievi…
Deve scegliere Parabiago non perché siamo più belli o più simpatici… ma perché mettiamo il ragazzo al centro del progetto, e lo dico per tutte le categorie, dai più piccoli… fino alla Prima Squadra… Le mie sembrano parole scontate, ma, invece, è la realtà dei fatti.
In questi due anni della mia gestione, ho cercato di far sì che i ragazzi si trovino bene, che abbiano delle persone che li curano in maniera particolare e che non gli manchi nulla: ad esempio, ti puoi allenare tranquillamente su un campo con una struttura importante, inoltre, qui il ragazzo è “coccolato”, e per noi tutti i ragazzi sono “importanti”… ecco perché scegliere Parabiago…. Noi abbiamo iniziato così che avevamo la metà dei ragazzi…
Io dico solo: venite qui a conoscerci, noi siamo qua per dare la possibilità di poter giocare a calcio in maniera seria e tranquilla.
Inoltre, cosa molto importante, noi vogliamo, oltre l’aspetto calcistico, far crescere i ragazzi, soprattutto come uomini. Parlando dei più piccoli, ma la cosa può essere estesa anche ai ragazzi più grandicelli, i genitori dovrebbero guardare, soprattutto, dove i figli stanno, con chi stanno, e cosa fanno, questa è una cosa importante. Noi dobbiamo essere degli educatori, noi dobbiamo essere delle persone che insegnano anche e soprattutto l’educazione, insegnano a far diventare uomini quelli che sono ragazzi oggi, per cui devono avere delle guide.
I ragazzi passano con noi parecchie ore e dunque ci devono essere degli allenatori/istruttori che per i ragazzi devono diventare degli esempi positivi, dando per primi l’esempio di cosa vuol dire educazione, rispetto, comportamento ecc..
Queste sono cose importanti… non solo le classifiche…
A Parabiago, avendo tutte le categorie, si può crescere dai Piccoli Amici fino ad arrivare alla Prima Squadra…
Un ragazzo può iniziare a giocare nel Parabiago e ci auspichiamo che resti a Parabiago per il resto della “carriera” calcistica…
La mia idea è fare sentire ai ragazzi “la maglia addosso”, la maglia addosso vuol dire che uno deve essere parte della società.
Io sto invitando tutti i ragazzi a vedere la Prima Squadra, a venire a vedere anche le altre squadre, perché uno deve essere della famiglia, deve far parte di un gruppo di ragazzi che vede nella società, nelle squadre, nei “grandi” il loro esempio, il loro “idolo”… Questo è il mio progetto … capisco che non è una cosa facile da realizzare, ma ci proviamo, e pian pianino ci stiamo riuscendo…
Data la tua grandissima esperienza, sfataci il mito, per molti addetti ai lavori, della frase: “il miglior giocatore è orfano”.
I genitori sono molto importanti e mi piacerebbe vederli qua assieme a noi per fare qualcosa per la società, oltre a sostenere e aiutare la squadra del proprio figlio. Ecco sono contrario ai genitori che inveiscono contro gli allenatori e contro i compagni di squadra del figlio, perché alla fine fai del male a tuo figlio.
Ripeto, il genitore è colui che sostiene il figlio, sostiene la squadra con educazione.
Questa frase nasce dal fatto che molti genitori non hanno comportamenti consoni in tribuna… inveiscono contro tutti e contro il mondo, io ho smesso di vedere le partite per questo motivo assieme agli altri da anni …
M.A.